Firmato il 21 febbraio, il CCNI riguardante la mobilità del personale della scuola per l’anno scolastico 2024/25, sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL (CISL Scuola, FLC CGIL, SNALS Confsal, GILDA Unams, ANIEF). Subito dopo il confronto con i sindacati, previsto per oggi, 22 febbraio, il Ministero pubblicherà l’Ordinanza, con modalità e termini di presentazione delle domande, per le quali presumibilmente le funzioni si apriranno alla fine di febbraio.
Sulla firma del contratto interviene, con una sua dichiarazione, la segretaria generale della CISL Scuola, Ivana Barbacci.
“Ancora una volta – afferma – attraverso il negoziato si danno risposte concrete ai problemi delle persone che aspirano a cambiare sede. Già nel CCNL avevamo introdotto deroghe ai vincoli previsti da norme di legge, per venire incontro a chi ha particolari esigenze di famiglia. Deroghe che ora abbiamo recepito nel contratto integrativo, insieme ad altri interventi che rendono meno restrittive le precedenti disposizioni. Potrà così fare domanda di trasferimento tutto il personale, anche neoassunto, con figli fino a 12 anni, quello con disabilità grave o che assiste persona con disabilità, nonché chi è caregiver di coniuge o genitore con invalidità pari o superiore a un terzo. Nei trasferimenti interprovinciali, il vincolo di permanenza per tre anni, per chi ottiene un trasferimento in provincia diversa, viene omologato a quello previsto dai precedenti contratti per i movimenti nell’ambito della provincia, consentendo quindi di ‘svincolare’ numerosi docenti bloccati dalle precedenti regole”.
“Si può capire – prosegue la segretaria generale CISL Scuola – che contro il nostro operato si scaglino un po’ di leoni e leonesse da tastiera, più inclini all’insulto che al ragionamento: così va il mondo, e non ci si può far nulla. Diverso è il caso di chi dovrebbe essere, o presume di essere, competente in materia sindacale e si straccia le vesti perché un po’ di vincoli alla mobilità sono rimasti. Delle due l’una: o è in malafede, o non è in grado di capire il rapporto che c’è fra legge e contratto. Francamente, non saprei dire quale delle due ipotesi sia più inquietante”.
“Chiunque sa come stanno veramente le cose – conclude Ivana Barbacci – capisce benissimo che la rimozione di alcuni vincoli passava necessariamente attraverso modifiche legislative previste in alcuni emendamenti al decreto milleproroghe, purtroppo non accolti. Con quale responsabilità da parte dei sindacati, è difficile persino immaginarlo. È invece facilissimo capire cosa sarebbe successo in assenza di contratto: l’Amministrazione, di sua iniziativa, si sarebbe limitata ad applicare puramente e semplicemente le disposizioni di legge. Con quale vantaggio per lavoratrici e lavoratori, ce lo dicano quelli che ci contestano”.
Roma, 21 febbraio 2024
UFFICIO STAMPA CISL SCUOLA