E’ stata siglata, in data 31 agosto, l’ipotesi di CCNI relativo al MOF per l’a.s. 2020/21. Il confronto sul testo del Contratto Integrativo si era sostanzialmente concluso lo scorso 31 luglio con la conferma dei consueti parametri di distribuzione del MOF e la scelta condivisa tra le parti di aggiungere al FIS le risorse del “vecchio bonus docenti” ormai definalizzato e accessibile anche da parte del personale ATA.
Pur non avendo fatto parte a suo tempo della delegazione trattante di parte pubblica, nell’incontro convocato ieri per la sottoscrizione, è intervenuto il capo dipartimento Istruzione dott. Marco Bruschi, con la proposta di integrare il CCNI introducendo una modifica della Tabella sulla quota variabile della indennità del DSGA, allegata alla sequenza contrattuale del 25 luglio 2008, innalzando da 30 a 45 euro, a carico del MOF, la quota unitaria per la complessità organizzativa.
Veniva proposta, inoltre, una modifica dell’art. 3 della citata sequenza contrattuale, prevedendo l’accesso del DSGA a compensi per attività e prestazioni aggiuntive connesse a progetti finanziati dal ministero dell’istruzione, compensi che la sequenza contrattuale prevede esclusivamente per progetti finanziati da UE e da Enti pubblici e privati, escludendo inoltre per la figura del DSGA l’accesso alle risorse del FIS.
Abbiamo dovuto, non senza fatica, spiegare all’Amministrazione l’impossibilità di sostenere tali proposte, per la semplice ragione che le regole alla base della contrattazione integrativa impediscono di modificare le disposizioni di un Contratto di primo livello, sottoscritto all’ARAN. Come tale si configura la Sequenza contrattuale del 25 luglio 2008, modificabile, pertanto, solo in quella sede.
Non è affatto vero, come postato in alcuni social sulla base di informazioni inesatte o volutamente distorte, che le organizzazioni sindacali abbiano voluto discriminare i DSGA escludendoli da un possibile incremento retributivo riguardante il restante personale: in realtà si è trattato di evitare soluzioni insostenibili alla luce della normativa contrattuale, che avrebbero portato alla bocciatura scontata del CCNI da parte degli organi di controllo, lasciando le scuole senza risorse per il MOF e i DSGA senza indennità di direzione. Un esito inopinatamente non preso in considerazione da chi ha avanzato proposte chiaramente insostenibili e impraticabili, che non si comprende come possano essere ritenute plausibili da chi addebita sui social, alle organizzazioni sindacali, disattenzioni e/o discriminazioni del tutto inesistenti, eleggendo altrettanto inopinatamente a proprio paladino un rappresentante dell’Amministrazione, nella circostanza rivelatosi piuttosto incauto.
È grazie alla fermezza delle organizzazioni sindacali se questo pericolo è stato evitato, facendo sì che le scuole possano ricevere a breve la consueta nota sul programma annuale con la comunicazione delle risorse a disposizione. Peraltro le parti, congiuntamente, hanno sottoscritto una dichiarazione nella quale si conviene sulla necessità di attivarsi per reperire ulteriori risorse volte a riconoscere il maggior impegno di tutto il personale, ivi compresi ovviamente anche i DSGA.
Nei prossimi giorni è prevista un’ulteriore sessione negoziale per definire con apposito CCNI le modalità di ripartizione alle scuole che hanno lavorato alla valutazione delle domande “GPS” delle risorse pari a 4,8 milioni di euro che il decreto-legge 104 (cosiddetto decreto “Agosto”) ha stanziato come incremento del MOF finalizzandolo al riconoscimento di questa attività straordinaria svolta dalle scuole in supporto agli Uffici scolastici. Ovviamente, ancorchè il suddetto decreto-legge preveda che le risorse si aggiungano al MOF, anche al DSGA deve vedersi riconosciuto il lavoro svolto in quanto compito estraneo alle attività di istituto. Con questa affermazione condivisa tra le parti si conclude la nota a verbale allegata all’ipotesi CCNI sottoscritto ieri.
Un’ulteriore sessione negoziale integrativa dovrà essere fatta, infine, per definire criteri e modalità di utilizzo dei fondi previsti dal decreto-legge 22/2020 (cosiddetto decreto “Rilancio”) nel quale è previsto che i risparmi conseguenti alle diverse modalità con cui si sono svolti gli esami di Stato, siano destinati a compensare l’attività di integrazione e recupero degli apprendimenti nel corso dell’a.s. 2020/21.